La storia di Alce Nero inizia oltre quarant’anni fa ed è la storia di una visione condivisa che prende avvio da un incontro importante: quello tra Conapi – Consorzio Nazionale Apicoltori – e la Cooperativa Alce Nero.
Diversi i territori di provenienza, l’Emilia Romagna e le Marche, ma identica la voglia di sperimentare un modo nuovo e più sostenibile di fare agricoltura.
Fare agricoltura biologica negli anni Settanta – nel pieno del boom dell’entusiastico ricorso a concimi e pesticidi chimici – era visto come un gesto più che controcorrente, quasi folle.
Ma Alce Nero – come ben dimostra il logo che caratterizza il brand emiliano con il capo indiano a cavallo – ha proseguito in direzione ostinata e contraria, sicuro della forza delle proprie idee frutto di un forte senso di responsabilità verso la Terra e le persone che la abitano.
Lo sviluppo e la crescita di Alce Nero sono stati infatti il frutto di un impegno costante per costruire una realtà produttiva che include e scambia conoscenze, competenze e saperi, senza barriere culturali e geografiche, che oggi include più di 1.000 agricoltori, apicoltori e trasformatori biologici in Italia e nel mondo, grazie al progetto fair trade. Oggi i prodotti a marchio Alce Nero arrivano sulle tavole di oltre 35 Paesi nel mondo.
“Quando tutto è iniziato”, racconta Raffaele Santi di Alce Nero, “eravamo una piccola realtà di sole 8 persone: oggi siamo più di 70 e ci siamo strutturati nel tempo definendo le diverse funzioni aziendali in modo da consentire ai produttori che fanno parte della nostra rete di rimanere focalizzati al meglio sui propri prodotti e valorizzarli grazie ad uno sforzo commerciale e logistico centralizzato”.
Un magazzino davvero buono
Alce Nero ha trasferito le proprie attività logistiche a Castel San Pietro Terme (BO) nel 2015: i 1.500 mq del precedente deposito di Monterenzio (BO) non erano più sufficienti a contenere la crescita esponenziale del Gruppo. Inizialmente a Castel San Pietro il magazzino occupava un lotto 7.400 mq all’interno della piattaforma, oggi ha raddoppiato la superficie a circa 15.000 mq.
Qui vengono consolidati i flussi inbound da tutte le diverse filiere produttive – con l’eccezione di alcune partenze dirette dai soci che riescono a saturare carichi completi – e da qui ripartono tutti i flussi outbound per l’Italia, l’Europa e il mondo intero.
“La grande varietà di prodotti che trattiamo ci richiede la massima flessibilità nella gestione dei flussi e degli spazi e questo si riflette nel layout dinamico del nostro magazzino che combina soluzioni di automazione, con scaffalature tradizionali e aree dedicate allo stoccaggio a terra.
Basti pensare che nei mesi estivi riceviamo fino a 9 bilici di passata e polpa di pomodoro al giorno che poi spediamo nel corso di tutto l’anno”, racconta Raffaele Santi.
Dalla piattaforma logistica di Castel San Pietro viene gestita anche la logistica per il canale e-commerce.
Responsabilità a 360°
Per Alce Nero biologico è, innanzitutto, sinonimo di responsabilità verso i propri consumatori, i propri soci e tutte le persone che quotidianamente vi lavorano condividendo impegno e visione.
La responsabilità è stata anche uno dei driver che hanno guidato la progettazione del magazzino, per assicurare la massima sicurezza agli addetti e alle merci.
Per questo Alce Nero ha fatto la scelta di installare scaffalature antisismiche – che rispettano le più restrittive normative italiane – e di affidarsi ad A-SAFE, specializzata nella produzione di barriere flessibili polimeriche, per la definizione di soluzioni che garantissero la massima sicurezza nelle diverse aree operative del magazzino.
Il sapore della sicurezza
La capienza complessiva del magazzino di Castel San Pietro è di circa 22.000 pallet, organizzati in due moduli, secondo quattro diverse tipologie di stoccaggio.
Nel primo modulo le aree di transito pedonale sono protette da barriere di sicurezza A-SAFE in Memaplex ad altezza uomo, per tutelare al meglio il personale. In più, tutte le scaffalature sono dotate di sistema iFlex RackGuard, una protezione concepita per proteggere i montanti degli scaffali assorbendo gli urti laterali e frontali.
Disegnando operations sicure
Il secondo modulo è organizzato in modo da ospitare sia le scaffalature tradizionali, sia un’area ad alta densità di stoccaggio con una capacità di 1.500 posti pallet (implementabile di 2.000 posti pallet tra breve), sia la zona dedicata all’e-commerce con scaffali a gravità e l’adiacente area di confezionamento per i prodotti del canale on-line.
A-SAFE ha installato barriere di sicurezza per la gestione del traffico veicolare e protezione dei pedoni ad altezze diverse, in base alle specifiche esigenze delle differenti zone, utilizzando iFlex Traffic Plus Barrier e iFlex Traffic Barrier Low Level.
“Il vantaggio dei prodotti A-SAFE è anche nella loro struttura modulare e ricomponibile”, sottolinea Gianluca Tangorra, Area Account manager di A-SAFE Italia: “questo consente di disegnare soluzioni a misura di ogni specifica esigenza e di farne evolvere il layout per rispondere con reattività ai cambiamenti.
Lo stesso sistema di fissaggio è un vantaggio in tal senso: eseguito con semplici fisher e non attraverso carotature come invece altre strutture di sicurezza in metallo, non danneggia la pavimentazione né in fase di montaggio, né in fase di urto, poiché la forza ricevuta nell’impatto è dissipata lungo tutta la barriera, attenuandone gli effetti e trasferendo a terra solo il 20% della forza impressa dall’urto. Si riducono così in modo importante i danni alla pavimentazione, e i relativi costi di manutenzione”.
Francesca Saporiti
Estratto dell’articolo pubblicato sul numero di giugno 2019 de Il Giornale della Logistica
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