Negli ultimi dieci anni, la logistica globale ha affrontato gravi sfide a causa di interruzioni della supply chain causate da pandemie, tensioni geopolitiche e cambiamenti climatici. Ciò ha evidenziato la necessità di una maggiore resilienza. È fondamentale migliorare l’efficienza e adottare nuove tecnologie, con un forte focus su sostenibilità e su trasparenza. Cosa ci riserva il 2025 in termini di sfide emergenti, di soluzioni tecnologiche e di tendenze future nella gestione della supply chain e della logistica?
Secondo un recente sondaggio realizzato da Maersk dal titolo “Discover New Paths to supply chain resilience: How are European businesses responding to disruption?” e condotto tra oltre 2.000 clienti in tutta la regione europea (novembre 2024), oltre il 76% delle aziende ha confermato che le interruzioni della supply hanno portato a ritardi nelle loro operazioni negli ultimi 12 mesi. Inoltre, l’80% degli intervistati ha subito interruzioni della supply chain negli ultimi 12 mesi, più della metà con un impatto significativo sui costi. Il 22% delle organizzazioni intervistate ha registrato più di 20 incidenti dirompenti negli ultimi 12 mesi e un’azienda su tre ha successivamente avuto difficoltà a reperire i materiali necessari per la produzione.
Discontinuità lungo le supply chain
Lo studio elaborato da Maersk rivela altresì che le nuove interruzioni sono causate soprattutto sia dall’aumento del numero di conflitti e di tensioni geopolitiche sia dalle situazioni meteorologiche avverse dovute al drammatico cambiamento climatico (i.e. bassi livelli dell’acqua nei canali e nei fiumi importanti, le inondazioni che stanno distruggendo le infrastrutture, come recentemente accaduto in Spagna).
Ciò si riflette in parte anche nelle risposte dei professionisti della logistica: l’80% considera l’instabilità geopolitica o i conflitti tra stati come i maggiori fattori di disturbo della loro supply chain nel 2024.
Un altro dato interessante che scaturisce dal sondaggio di Maerk è che il 53% delle organizzazioni del settore stanno prendendo in considerazione nuove sedi di approvvigionamento per far fronte alle interruzioni e il 33% di esse sta considerando una località vicino o all’interno delle coste europee. La località di approvvigionamento più importante presa in considerazione è la Turchia (11% degli intervistati), seguita da Egitto (7%), Polonia (6%), Marocco (3%) e Romania (2%).
Il panorama descritto è destinato a persistere e diventare una costante nella logistica e nella supply chain globale anche nel 2025. Molte organizzazioni stanno riconoscendo sempre di più l’importanza fondamentale dei dati e della tecnologia per costruire supply chain e logistica resilienti. Inoltre, il trattamento equo dei lavoratori in tali ecosistemi e l’adozione di pratiche sostenibili hanno acquisito una nuova rilevanza in questo scenario in evoluzione.
Previsione della domanda basata sull’AI come leva strategica per gestire l’incertezza
I maggiori attori della supply chain, a fronte della complessità dell’odierno panorama della supply chain – caratterizzato da frequenti ritardi nei trasporti, modelli di domanda volatili e interruzioni dei fornitori da un lato, e la crescente concorrenza e le crescenti aspettative dei clienti – devono rimanere agili e prendere decisioni ben informate, analizzando una serie di potenziali scenari. Pertanto, nel 2025, i metodi tradizionali di previsione della domanda – che si basano esclusivamente sui dati storici – saranno sempre più integrati da approcci abilitati dall’intelligenza artificiale.
È doveroso evidenziare che gli algoritmi di intelligenza artificiale apprendono e si adattano continuamente ai nuovi contesti, senza dimenticare che ciò favorisce la comunicazione tra i reparti e aiuta a considerare uno spettro significativamente più ampio di fattori nella creazione di previsioni. Ovvero, la previsione della domanda basata sull’intelligenza consente alle aziende di analizzare uno spettro più ampio di dati, di identificare modelli complessi e di apprendere continuamente da nuovi dati, fornendo precisione e accuratezza in condizioni mutevoli.
Inoltre, le previsioni basate sull’intelligenza artificiale nelle supply chain possono ridurre considerevolmente sia gli errori sia il numero delle vendite perse a causa delle scorte sia i costi di stoccaggio. Di fatto, player a livello globale come IKEA, P&G e Heineken stanno già sfruttando questo approccio intelligente alla previsione della domanda; mentre, la sua adozione nei trasporti e nella logistica rimane moderata, in gran parte a causa della complessità dell’integrazione dell’intelligenza artificiale con i sistemi esistenti, delle sfide di qualità e di disponibilità dei dati e della carenza di competenze interne per gestire e interpretare in modo efficace le informazioni basate sull’intelligenza artificiale.
Priorità agli obiettivi ESG e di sostenibilità della supply chain
Come riportato da “2025 Supply Chain Outlook Report” realizzato dalla società di logistica immobiliare Prologis – pubblicato a novembre 2024 – l’88% dei dirigenti della supply chain si preoccupa che la propria organizzazione raggiunga obiettivi ambientali, sociali e di governance (ESG) a lungo termine.
È importante sottolineare che investire nella sostenibilità permette alle organizzazioni di adattarsi a condizioni in continuo cambiamento. Di fatto, le organizzazioni che scelgono soluzioni ecocompatibili e rispettose del clima non solo migliorano la loro immagine, ma anche la loro competitività. Secondo il rapporto di Prologis, l’85% dei manager considera la sostenibilità un’opportunità per ottenere un vantaggio competitivo, mentre il 79% ritiene che il passaggio a fonti di energia alternative stia avvenendo troppo lentamente e necessiti di un’accelerazione nei prossimi 24 mesi. Quasi tutti gli intervistati evidenziano l’importanza di raggiungere obiettivi di sostenibilità a lungo termine nelle loro organizzazioni.
La sostenibilità è una priorità cruciale in vista dell’implementazione di nuove normative, quali: l’EU Green Deal, la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e le SEC Climate Disclosure Rules negli Stati Uniti. Di conseguenza, le organizzazioni si orienteranno sempre più verso pratiche di logistica ecologica, i.e.: l’adozione di veicoli elettrici e la riduzione dei chilometri percorsi a vuoto. Ottenere la certificazione per riportare accuratamente le emissioni di CO2 diventa, quindi, una priorità fondamentale per molte organizzazioni, essendo essenziale per conformarsi a queste nuove normative. È doveroso sottolineare che tali iniziative rispondono anche alle crescenti richieste dei consumatori per prodotti e servizi eco-compatibili. Le aziende di logistica che adottano pratiche sostenibili possono attendersi benefici a lungo termine, come la riduzione dei costi operativi e un miglioramento della reputazione del marchio. Inoltre, la sostenibilità è strettamente collegata alle tendenze della digitalizzazione e dell’analisi predittiva, poiché queste tecnologie permettono alle aziende di operare in modo più efficiente. Ne consegue che l’adozione di strategie di gestione della supply chain attuabili è fondamentale. Di seguito sono elencati alcuni passaggi che possono aiutare le organizzazioni a integrare pratiche di sostenibilità nei trasporti e nella logistica:
- Ridurre le emissioni derivanti dai trasporti e dalla logistica – L’ottimizzazione dei percorsi e l’adozione di veicoli efficienti dal punto di vista energetico riducono significativamente le emissioni e favoriscono una rete logistica più sostenibile.
- Aumentare l’uso di materiali riciclati e rinnovabili – L’approvvigionamento di materiali riciclati e rinnovabili riduce al minimo l’impatto ambientale e gli sprechi, oltre a supportare una catena di approvvigionamento circolare.
- Attuare politiche di approvvigionamento sostenibili – Si tratta di dare priorità ai fornitori etici, incorporando la sostenibilità nell’approvvigionamento, oltre a ridurre l’impatto ambientale e sociale lungo tutta la supply chain.
- Adottare pratiche di lavoro etiche – La promozione di standard di lavoro equi migliora il benessere dei lavoratori e rafforza la responsabilità sociale all’interno delle supply chain.
- Ridurre degli sprechi – Si tratta di attuare pratiche snelle di riciclo per ridurre al minimo gli sprechi e il consumo di risorse, oltre che l’impatto ambientale.
- Misurazione e rendicontazione delle prestazioni ambientali – Il monitoraggio delle metriche ambientali chiave garantisce la responsabilità e supporta i miglioramenti della sostenibilità basati sui dati.
Federica Maria Rita Livelli
Estratto dell’articolo pubblicato completo sul numero di Gennaio Febbraio 2025 de Il Giornale della Logistica