In data 31 Dicembre 2024 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la LEGGE 30 dicembre 2024, n. 207, ovvero il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027. (24G00229). In altre parole: la Legge di Bilancio 2025.
La Legge di Bilancio è uno degli strumenti normativi fondamentali per il funzionamento dello Stato. È una legge ordinaria che viene approvata annualmente dal Parlamento, entro la fine dell’anno precedente a quello di riferimento. La legge stabilisce e autorizza le entrate e le spese pubbliche per il prossimo esercizio finanziario, in conformità agli obiettivi economici e politici del governo.
Definisce le entrate (tasse, imposte, contributi) che lo Stato prevede di ottenere, indica le spese destinate ai vari settori (istruzione, sanità, infrastrutture, sicurezza, welfare, ecc.), può contenere norme collegate per modificare o introdurre leggi su fiscalità, previdenza, incentivi economici, ecc. e spesso viene utilizzata per introdurre riforme o nuovi incentivi: proprio in questo senso è da intendere l’insieme di novità che coinvolgono il mondo della logistica, a partire dal Reverse Charge.
Il problema della trasparenza lungo la filiera
Negli ultimi anni non sono stati rari i casi in cui si sono verificate problematiche a livello fiscale che abbiano coinvolto operatori del settore della logistica.
“Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano ha sequestrato d’urgenza oltre 22 milioni di euro, in uno dei tanti filoni di indagine del pm milanese Paolo Storari sui cosiddetti “serbatoi di manodopera” […]. La società, stando alle carte di un’altra tranche di indagine sempre sul “fenomeno della somministrazione illecita di manodopera” […]. Come in altri casi, ricostruendo la filiera della manodopera investigatori e inquirenti hanno accertato che “i rapporti di lavoro con la società committente sono stati ‘schermati’ da società ‘filtro’ che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative”, i cosiddetti “serbatoi di manodopera”. Cooperative che hanno “sistematicamente omesso il versamento dell’IVA” e “degli oneri di natura previdenziale e assistenziale”. (Fonte: Il Fatto Quotidiano, 2024).
“La Guardia di Finanza di Torino ha concluso un’articolata attività di polizia economico-finanziaria (convenzionalmente denominata “Operazione family affair”) svolta nei confronti di un sodalizio criminale, legato da vincoli di parentela, che, attraverso la creazione ad hoc di società cooperative e mediante l’intestazione fittizia di società di capitali operanti nel settore dei trasporti e della logistica, ha frodato sistematicamente il fisco, anche tramite la somministrazione illecita di manodopera e l’omesso versamento dei contributi. Il complessivo disegno criminoso ha consentito di sottrarre all’imposizione fiscale quasi 6 milioni di euro.” (IlGiornalePopolare.it, 2024).
“La Guardia di finanza di Pavia ha confiscato 120 immobili situati in tutta Italia e disponibilità finanziare per 16 milioni di euro a un imprenditore attivo nel settore della movimentazione delle merci, formalmente residente in Svizzera. Il provvedimento di confisca è stato emesso dalla Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura di Roma, su un’indagine svolta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Pavia che ha ricostruito il patrimonio mobiliare e immobiliare accumulato dall’uomo nell’arco di un ventennio”. (Adnkronos 2024)
“Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza di Rimini ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Rimini cautelando valori mobiliari e immobiliari per circa 3 milioni di euro. Il sequestro ha riguardato 5 società, saldi di conti corrente e 8 unità immobiliari localizzati in Manfredonia (FG), Rimini, Morciano di Romagna e Saludecio di proprietà di 3 persone ritenute responsabili di frode fiscale avvenuta mediante l’utilizzo di fatture false per oltre 4 milioni di euro operata nel settore dei trasporti su strada. Le società coinvolte, operanti tra Manfredonia e Trento, coprivano un vasto territorio della penisola italiana e avevano la propria base logistica con annesso quartier generale in provincia di Rimini. Le indagini, avviate sulla base di notizie di intelligence e approfondimenti massivi alle banche dati, hanno visto impiegate diverse unità operative in complesse verifiche fiscali, le quali poi hanno avuto riflessi penali e consentito di segnalare 5 persone alla Procura della Repubblica di Rimini per i reati di frode fiscale, distruzione delle scritture contabili e dichiarazione infedele. Le attività amministrative e le ricostruzioni patrimoniali fatte, spiega una nota delle Fiamme Gialle, hanno permesso di scoprire plurimi indizi di un articolato sistema fraudolento finalizzato all’evasione fiscale, strutturato attraverso l’utilizzo di shell companies, prestanomi nullatenenti e recapiti aziendali completamente fittizi”. (CorriereRomagna, 2024).
Strumenti per eliminare le zone grigie
Risulta evidente la necessità di contrastare l’evasione fiscale nel settore dei trasporti e della movimentazione delle merci e di conseguenza un insieme di misure combinate per migliorare la trasparenza, il monitoraggio e l’applicazione delle normative fiscali.
Tra tutti i tributi, l’Iva è quello più evaso. Ciò succede, molto spesso, con le cosiddette frodi carosello, una particolare tipologia di operazione internazionale fraudolenta. In questi casi, il frutto illecito della truffa è l’Iva incassata sulle vendite di determinati prodotti e poi non versata all’Erario da parte di società appositamente costituite: tali frodi IVA sfruttano il sistema ordinario di riscossione, in cui un’azienda intermedia (spesso una società “cartiera”, ossia inesistente o fraudolenta) acquista beni con IVA, li rivende ad altri soggetti senza versare l’IVA dovuta e poi svanisce nel nulla. Il cliente finale può ancora detrarre l’IVA, causando un danno alle finanze pubbliche.
Rimedio utile a tale sistema è l’utilizzo della procedura definita “inversione contabile”, più comunemente conosciuta come “reverse charge”.
L’introduzione del reverse charge
Il reverse charge è uno speciale meccanismo di applicazione dell’IVA, disciplinato dal DPR n. 633/1972, all’art. 17 commi 5, 6 e 7, in virtù del quale il fornitore del bene o il prestatore del servizio non sono tenuti ad addebitare l’IVA in fattura.
Di solito, infatti, durante una transazione tra due soggetti, il fornitore del bene o il prestatore del servizio applicano l’imposta nella fattura e la addebitano al destinatario della cessione del bene o del servizio, soltanto successivamente versano tale somma all’Amministrazione finanziaria. Nel caso in cui l’imposta non venga versata si consuma il reato di evasione fiscale, attivabile al verificarsi di alcune specifiche condizioni. Il meccanismo del reverse charge ha la finalità di debellare l’evasione fiscale, facendo applicare l’Iva al soggetto cessionario o committente dell’operazione.
L’introduzione del meccanismo del reverse charge nei contratti di appalto per la movimentazione delle merci rappresenta una delle novità più significative previste dalla Legge di Bilancio 2025. Questa misura porterà ad un cambiamento radicale nella gestione dell’IVA per le imprese operanti nel settore della logistica e del trasporto merci.
Le novità nella Legge di Bilancio 2025
La Legge di Bilancio 2025 introduce il reverse charge per i contratti di appalto, subappalto, affidamenti a soggetti consorziati o altri rapporti negoziali caratterizzati da un uso prevalente di manodopera e beni strumentali forniti dal committente (al netto di alcune eccezioni: operazioni effettuate nei confronti delle pubbliche amministrazioni e degli enti soggetti al regime dello split payment – articolo 17-ter del D.P.R. 633/1972 e prestazioni rese alle agenzie per il lavoro).
A livello pratico, nell’ambito logistico se una società che fornisce servizi di trasporto emette una fattura attiva ad una seconda azienda, applicando il regime di Reverse Charge, l’azienda cliente sarà tenuta a versare l’Iva direttamente all’Erario, invece che essere addebitata dalla società fornitrice: tale procedura neutralizza il rischio che l’impresa fornitrice incassi l’Iva senza poi versarla.
Assologistica ha contribuito al raggiungimento di questo risultato. Dopo mesi di dialogo con il vice-ministro e i vertici dell’Economia e delle Finanze, nonché con i tecnici della Commissione Europea, la proposta avanzata è stata accolta positivamente sia a Bruxelles che a Roma.
Tale richiesta era compresa nel maxi-emendamento alla Legge di Bilancio 2025, che prevede la richiesta al Governo italiano di ottenere l’autorizzazione dall’Unione Europea per applicare il Reverse Charge in questo settore, con effetti immediati.
Andrea Clerici e Simone Del Nevo
Estratto dell’articolo pubblicato completo sul numero di Gennaio-Febbraio 2025 de Il Giornale della Logistica