Cosa distingue un innovatore da un conservatore?
L’entusiasmo, un pizzico di sana follia, la capacità di buttare lo sguardo oltre il quotidiano. Ogni mattina, con i miei soci e collaboratori, ci chiediamo: come sarà il mondo tra dieci anni?
Bella domanda: come sarà?
Come lo avrai immaginato: quando nel 1998, primi in Italia, introducemmo il Cloud ci presero per pazzi. Qualcuno ci pronosticò un rapido fallimento. Invece avevamo ragione. Io non so come sarà il mondo tra dieci anni, pero so che saremo pronti, e lo saremo in anticipo sui tempi.
E come fa a dirlo?
Perché questa mattina, quando mi sono svegliato, ragionavo sullo sviluppo di un nuovo progetto cui nessuno, nella logistica, ha ancora pensato. Perché nel 2000, grazie al parere di un illuminato Consiglio di Amministrazione, abbiamo creato un gruppo di lavoro dedicato alla Ricerca. Alla Ricerca pura, non alla Ricerca e Sviluppo.
E che differenza c’è?
È un team, bellissimo, dove ci si prende il gusto anche di cazzeggiare. Un team di persone che pensano. Lo sviluppo, se l’idea è buona, verrà. Il driver è la continuità nel garantire servizi di eccellenza ai nostri clienti.
Perché il Cloud, alla sua nascita, generò tante resistenze?
Perché infrangeva una serie di dogmi: il primo era legato al possesso delle informazioni, che allora si riteneva coincidesse con il possesso di una macchina fisica, centrale, cui tutti poi si collegavano. L’obiezione principale infatti era: “ma se passo al Cloud, i miei dati dove vanno a finire?” A fine anni ’90 eravamo tra i partner principali di IBM: vendevamo un sacco di terminali e data center. Lanciammo il cloud, in sei mesi non vendemmo neppure una macchina.
Però eravate tutti contenti, o forse un po’ pazzi…
Con il Cloud non vendi più una macchina centrale con una serie di terminali a corredo e quindi dei software con relative “personalizzazioni”. Vendi un servizio: i software sono concentrati in un’unica sede cui ti colleghi da remoto H24 e sette giorni su sette quando ti serve, per il tempo che ti serve ed usufruendo dei soli moduli che ti servono, libero di implementare postazioni e moduli, o di rinunciarvi, in base alle tue necessità.
Cambiò anche il modo di programmare.
Sviluppammo tra i primi la programmazione a oggetti che, tra i suoi vantaggi, permette di velocizzare i tempi di analisi e implementazione. All’inizio, ancora una volta, ci presero per pazzi, dopo quattro anni tutti cominciarono ad imitarci. Agirono da moltiplicatore due fenomeni: i timori legati al Millennium Bug e il passaggio dalla Lira all’Euro.
In che senso?
Perché un’impresa doveva accollarsi tutti i rischi, gli investimenti necessari, le macchine, i sistemi quando poteva godere di tutto ciò “affittando” uno spazio e delle soluzioni cui accedere da remoto? Perché affrontare investimenti imponenti per porsi al riparo dal Millennium Bug o dallo shift Lira/Euro quando Nova Systems poteva farlo per tutti suddividendo tra tutti gli oneri economici? Quando i competitor si misero nella nostra scia avevamo ormai accumulato un margine competitivo enorme.
Cosa ricorda di quegli anni?
Che tutte le settimane uno dei miei soci di allora, Giorgio Casari, mancato troppo presto, ed io portavamo in azienda quattro o cinque nuovi contratti. E con i nostri collaboratori dovevamo lavorare di notte per attivarli nei tempi promessi al cliente.
L’IT manager è un alleato o vi vede come una minaccia?
Grazie a noi l’IT manager può fare il suo mestiere, che è quello di cercare soluzioni utili per far risparmiare tempo e denaro alla sua azienda. Non deve più rincorrere decine di seccature, la stampante che non funziona, il server che si blocca, il responsabile del Warehousing che pretende una nuova funzione, la filiale che non riesce ad accedere ai dati e così via.
E per l’imprenditore cosa cambia?
Che può dormire sonni tranquilli, almeno per quanto riguarda l’IT. I suoi dati sono al sicuro. Ci sono 80 persone che qui in azienda, ogni giorno, studiano nuove soluzioni. Se il suo IT manager se ne va non succede nulla: la continuità aziendale è garantita.
- Nome e cognome: Valerio Avesani
Luogo e data di nascita: Valerio Avesani è nato a Verona il 5 settembre 1953. È sposato e ha una figlia.
Curriculum studi: dopo il diploma di Perito Grafico ha svolto corsi di specializzazione in Analisi e Programmazione presso IBM Italia.
Attività professionale: dopo un’iniziale esperienza come responsabile IT della società di spedizioni internazionali Albarelli Spa, Valerio Avesani, nel 1981, è tra i fondatori della Nova Systems di cui oggi è CEO.
Attività istituzionali: Valerio Avesani è stato, per due mandati (2007-2017) Sindaco del Comune di San Martino Buon Albergo: “Esperienza difficile ma bellissima: tante difficoltà con la possibilità di poter contribuire a risolverle. Il mio motto? Mai porre un problema senza accompagnarlo almeno da tre soluzioni. Vale in Comune ma anche in azienda”
Hobbies e passioni: il calcio. Valerio Avesani lo ha praticato sino alle giovanili dell’Hellas Verona (Serie A) di cui non a caso la Nova Systems ora è sponsor ufficiale.
- Nova Systems, costituita nel 1981, vanta oggi circa 80 collaboratori ed è una tra le più importanti società italiane di Information & Communication Technology con sedi operative in Italia, Messico, Francia e Spagna. Da 35 anni sviluppa soluzioni per imprese di logistica, trasporti e spedizioni, nazionali ed internazionali. Tra i prodotti di punta BeOne, piattaforma modulare e onnicomprensiva (WMS, TMS, Controllo Gestione, e Business Intelligence) specifica per i trasporti e la logistica, offerta in modalità Cloud con garanzia assoluta sulla sicurezza dei dati, la continuità del servizio 24 x 7 x 365 giorni, l’aggiornamento permanente, la possibilità di usufruire solo dei moduli necessari e solo sul numero di postazioni attive. L’impresa è certificata ISO 9001:2008 ed è stata tra le prime a sviluppare nel nostro Paese il Cloud Computing a partire dal 1998. Il sito di riferimento è: www.novasystems.eu.
Maurizio Peruzzi
L’articolo completo è stato pubblicato sul numero di ottobre 2017 del Giornale della Logistica. Richiedi la versione PDF
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