“Hai voluto la bicicletta?”. Chi non se l’è sentito dire (o l’ha detto) almeno una volta nella vita? È una frase talmente famosa che non è neanche necessario ricordare come si conclude.
Ma cosa avrà spinto Confindustria ANCMA (Associazione Ciclo Motociclo Accessori) a utilizzare la famosa risposta in una campagna di comunicazione appena lanciata?
“Dopo il record di vendite del 2020”, spiega Piero Nigrelli, Direttore Settore Ciclo Confindustria ANCMA, “il mercato delle due ruote a pedali muscolari ha chiuso nel 2023 con un segno meno a doppia cifra (-23%) e anche le e-bike hanno visto diminuire la loro progressione con un -19%. Come associazione vogliamo fronteggiare attivamente questa situazione, promuovendo le peculiarità uniche della bicicletta e incentivandone l’utilizzo”.
La logistica urbana
Oltre a incentivare la mobilità su due ruote a pedali a livello individuale, ciò che potrebbe davvero fare la differenza sarebbe incrementarne il suo utilizzo per la logistica dell’ultimo miglio, che di fatto rappresenta l’anello più debole della supply chain. Infatti, se le merci, quando escono dal magazzino, passano attraverso reti per il trasporto che sono controllate o con percorsi dedicati, nell’ultimo tratto del loro viaggio, soprattutto se si tratta di aree urbane, devono fare i conti con traffico, chiusure stradali, condizioni meteo e altri imprevisti.
Inoltre, con l’esplosione del commercio elettronico, i consumatori sono diventati sempre più esigenti, con richieste di consegne quasi in tempo reale, cosa che crea un aumento costante di traffico, inquinamento e stress lavorativo e livelli sempre più elevati di velocità, flessibilità e affidabilità delle consegne. La logistica urbana, però, passa anche attraverso la crescente richiesta di una mobilità più sostenibile, che riduca le emissioni di gas serra, il consumo di energia e le spese per gli utenti.
In Italia, il settore dei trasporti è responsabile di circa un quarto delle emissioni climalteranti e, in ambito urbano, la quota di traffico costituita dai veicoli commerciali è stata stimata (Cluster Nazionale Trasporti) in circa il 15% del traffico totale, di cui il 60% è rappresentato dai veicoli fino a 35 quintali.
È necessario dunque un cambio di paradigma per conciliare la consegna di merci e servizi con un nuovo modello di definizione della città, in cui la figura chiave è la sostenibilità: e la soluzione per rivoluzionare il futuro dell’ultimo miglio potrebbe essere proprio la ciclologistica, quella soluzione di logistica urbana che prevede l’utilizzo di mezzi a trazione umana, la cui spinta propulsiva è ottenuta mediante pedalata, assistita o meno. Nel caso di pedalata assistita, dovrà essere elettrica e i mezzi necessiteranno di un magazzino di supporto che, per motivi legati alla necessità di ricarica delle batterie, deve trovarsi nelle vicinanze della zona servita.
I diversi modelli di cargo bike
Le cargo bike sono biciclette a due, tre o quattro ruote progettate per trasportare carichi di pesi dai 200 ai 400 kg e dimensioni diverse.
La più diffusa è la cargo bike “Long John”: ha una piattaforma di carico anteriore particolarmente lunga, la ruota posteriore da 24/26” e quella anteriore più piccola (20”). La posizione di guida è alta e questo consente di muovere agevolmente il manubrio manovrando il carico anteriore. Il triciclo Long John, o trike, è simile nel design, ma vanta tre ruote invece di due. Ha maggiore equilibrio e stabilità rispetto alla cargo bike a due ruote ed è spesso utilizzato per carichi più pesanti.
Le caratteristiche di questi mezzi fanno facilmente intuire per quali scopi possono essere utilizzati: dalla consegna di posta e piccoli pacchi a farmaci e cibo; per spostare merci all’interno di un vasto sito industriale o tra sedi diverse di un’azienda; per attività lavorative che coinvolgono il trasporto di utensili di modeste dimensioni e molto altro ancora.
Ed è una conseguenza naturale che i primi ad adottarli siano stati corrieri e spedizionieri per la consegna delle merci in modo rapido ed efficiente: con la cargo bike può essere effettuato qualsiasi tipo di trasporto entro i 7 chilometri e con un peso inferiore a 200 kg/m3. Si stima che le biciclette da carico potrebbero sostituire oltre la metà dei mezzi per trasportare le merci e un quarto delle consegne commerciali nelle città europee, riducendo le emissioni di carbonio.
La situazione nei diversi paesi
All’estero i progetti di ciclologistica sono già stati ampiamente adottati: numerose città europee (Copenhagen e Amsterdam, seguite da Parigi, Londra, Berlino, Francoforte e Barcellona) si sono dotate di piani dedicati alla mobilità sostenibile. “In Germania, le vendite di cargo-bike sono in costante aumento – prosegue Nigrelli -, in particolar modo quelle a propulsione elettrica. Parliamo di un volume di 235 mila unità nel 2023, con una crescita del 10% rispetto all’anno precedente. Per fare un confronto con l’Italia, se il mercato tedesco delle biciclette è superiore di sei-sette volte rispetto al nostro, quello delle cargo bike lo è di cinquanta”.
Una Survey 2022 di City Changer Cargo Bike, parte del programma Horizon dell’UE, riferita al 20% del mercato europeo di biciclette da carico, stima che in tutta Europa siano vendute dalle 400 mila alle 500 mila unità e, le biciclette commerciali hanno generato un fatturato di 400 milioni di euro, impiegato 28.000 addetti e risparmiato 50.000 tonnellate di CO2 annue.
Rosella Trombetta
Estratto dell’articolo pubblicato completo sul numero di Giugno 2024 de Il Giornale della Logistica
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