Nella società delle prestazioni, dell’immediatezza e della sovraesposizione mediatica, quando si parla di “capitale umano” si rischia un grande equivoco focalizzando l’attenzione sul valore creato dalla persona, piuttosto che sul valore reale e potenziale di quest’ultima.
Ripartire dall’individuo è invece la scommessa del progetto “Aula 162”. Obiettivo dell’iniziativa di formazione e inclusione sociale, avviata circa un anno fa e promossa da Associazione Next e Procter & Gamble, è favorire non solo la riqualificazione professionale, ma anche l’inclusione sociale di individui che in Italia sono senza lavoro e talvolta senza prospettive o fiducia per il proprio futuro.
Ritrovare la dignità del lavoro
Il progetto prende il nome dall’Enciclica 162 “Fratelli Tutti” di Papa Francesco che cita testualmente: “non esiste peggiore povertà di quella che priva della dignità del lavoro”.
Il progetto fa propria questa riflessione nell’offrire al territorio una risposta non meramente assistenzialista con la realizzazione di corsi di formazione professionale teorico-pratica e con il successivo inserimento lavorativo di migranti, rifugiati, donne vittime di violenza, giovani disoccupati e persone rimaste senza lavoro a causa della recente pandemia. I numeri offrono un’evidenza impietosa dell’urgenza di un intervento su questo fronte: in Italia, il Covid-19 ha bruciato oltre 333.000 posti di lavoro.
Il tasso di disoccupazione è prossimo al 9% e si registra un elevato numero di “neet”, cioè ragazzi tra i 15 e i 24 anni, che non cercano un lavoro e non sono impegnati in programmi di istruzione e formazione. “Aula 162” approccia il tema del lavoro in un momento di grande criticità per il nostro Paese, bilanciando esigenze sociali ed economiche, ma anche domanda e offerta.
Nessuno si salva da solo
L’iniziativa, che ha il sostegno del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, può già vantare il sostegno di diversi partner: “a livello nazionale, realtà come Croce Rossa Italiana e Caritas ci aiutano a identificare le persone da formare, mentre ManpowerGroup e Fondazione Human Age Institute ci supportano nel trovare una collocazione lavorativa per le persone in uscita dal programma – spiega Maria Cristina Alfieri, direttrice di Associazione Next”.
“Ma abbiamo anche accordi con realtà internazionali come l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, (UNHCR – United Nations High Commissioner for Refugees) o Fondazione The Human Safety Net. Per la creazione delle nostre aule e l’erogazione dei corsi, invece, coinvolgiamo a livello locale anche enti terzi e agenzie per l’impiego attivi nel territorio di riferimento”.
Sono poi tante le aziende che, a vario titolo e in diversi modi, stanno aiutando il progetto Aula 162 a crescere: Number 1 Logistics Group ,Mutti, Carrefour, Yamamay, Toyota Material Handling Italia e altre.
“Queste aziende riconoscono il valore di un progetto che punta a sottrarre persone alla povertà e, in alcuni casi, alla delinquenza e così contribuisce a creare ricchezza per il Paese – prosegue Alfieri –. Basti pensare che, in Italia, ci sono circa 630mila migranti che lavorano illegalmente, generando un giro di affare pari a 15 miliardi di euro e sottraendone circa 7 al gettito fiscale”.
A questa motivazione, alcune aziende aggiungono la possibilità di risolvere, attraverso il programma stesso, una propria esigenza organizzativa specifica.
Si parte dalla fine
“Per definire dove far nascere una delle nostre Aule 162 partiamo dal punto finale del percorso, cioè dalla domanda di mercato e dalle necessità reali delle aziende di reperire risorse umane preparate – conferma la direttrice di Associazione Next -. E in questo momento, in alcuni settori, la domanda di manodopera specializzata è largamente insoddisfatta.
Dove dunque un’impresa ci dà disponibilità perché ha bisogno di personale o perché semplicemente capisce la valenza sociale della nostra iniziativa, ci attiviamo creando un network sul territorio con partner finanziari, enti terzi, imprese e così via.
In altre parole – continua Alfieri –, il progetto “Aula 162” mette in relazione aziende alla ricerca di personale qualificato, associazioni del terzo settore che raccolgono le segnalazioni dal territorio e agenzie per il lavoro che organizzano la formazione e accompagnano l’inserimento lavorativo”.
Nicoletta Ferrini
Estratto dell’articolo pubblicato sul numero di dicembre 2021 de Il Giornale della Logistica
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