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Bahnoperator Logistics: il cargo viaggia sull’Orient Express

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Con le sue numerose filiali in Europa e in Asia, Bahnoperator Germany è uno dei principali operatori intermodali ad avere una preferenza dichiarata per il trasporto su rotaie. Il Gruppo ha deciso di attivare ufficialmente la sua prima sede italiana, a Firenze, anche per soddisfare la domanda del mercato italiano che chiede sempre più rapidità, costi contenuti e sostenibilità. “Il nostro obiettivo a brevissimo termine è quello di diventare totalmente operativi nella nuova sede italiana a Firenze”, conferma Maurizio Rinaldi, Country Manager Italy Bahnoperator Logistics. “Oltre ai servizi ferroviari venderemo anche soluzioni intermodali e trasporti interamente su ruota laddove non ci siano alternative, anche se non sono il nostro focus principale. Per quanto riguarda gli obiettivi più a lungo termine, prevediamo di aumentare gli scali – in aggiunta a quello già esistente di Melzo (MI) – su Verona o comunque verso est. Ci piacerebbe prevedere anche nuovi uffici a Milano, punto logistico davvero strategico, anche per avere un punto di contatto diretto con prospect e clienti. Insomma: per Bahnoperator Germany e per la nuova Bahnoperator Logistics Italia sarà un autunno veramente caldo”.

Maurizio Rinaldi, Area Manager Italy Bahnoperator Logistics

Cosa viaggia su rotaia

Oggi sui binari in Italia viaggia regolarmente tutto il settore dell’automotive, ma anche la moda occupa una buona fetta del trasporto ferroviario. Molti marchi italiani che producono in Oriente stanno diversificando, spostando circa il 60% dell’approvvigionamento via mare e il restante 40% via treno (soprattutto capi appesi). Oltre alla moda, viaggiano in treno anche elettrodomestici e, in export, il settore farmaceutico e alimentare. “Dalla Cina importiamo molti prodotti legati al medicale, ma spesso si tratta di materiali grezzi o dispositivi come mascherine e cinghie. Il farmaceutico, invece, riguarda le industrie europee che esportano verso la Cina, e questi prodotti viaggiano spesso in container refrigerati. Lo stesso vale per l’alimentare: principalmente esportiamo, soprattutto vino, cheviene così consegnato in tempi molto ridotti”.

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Una nuova via della seta?

Mantenere una Via della Seta ferroviaria è oggettivamente complicato, perché la domanda Europa/Asia è sbilanciata: 80% importazione, 20% esportazione. Cosa che fa lievitare i prezzi perché bisogna riportare in Asia i container vuoti. “Chi non ha strutture adeguate e non può garantire un flusso di merce in entrambe le direzioni spesso si trova in difficoltà – spiega Rinaldi -. Da parte nostra, abbiamo una struttura solida: gestiamo treni nostri e, quindi, abbiamo grandi potenzialità in questo senso. Non serviamo solo la Cina, ma anche Giappone, Corea del Sud, Vietnam, Mongolia e gli ex Paesi CSI come il Kazakistan e il Turkmenistan, coprendo diverse rotte. Ovviamente, per Giappone e Corea del Sud, Paesi che serviamo regolarmente, l’ultimo segmento di tratto è via mare. Anche se la Cina è la nostra rotta principale, copriamo praticamente tutta l’Asia, compresa la Russia per le merci non soggette a sanzioni.”

Green, rapido ed economico

“I treni non funzionano” è una frase molto italiana. Questo preconcetto che vede i treni come poco efficienti e puntuali è radicato nella mentalità italiana, forse anche a causa del confronto con i treni passeggeri che non sempre funzionano al meglio. Questo pensiero è stato esacerbato durante la pandemia, quando la rete ferroviaria non ha funzionato al meglio. “Il problema è che il treno rimane una soluzione poco conosciuta e, di conseguenza, molti spedizionieri non lo propongono. Per questo motivo, abbiamo deciso di strutturare meglio il nostro servizio, organizzando un team commerciale e operativo ben preparato. Per il resto, è la soluzione green più veloce della nave e meno costosa dell’aereo. Ci rivolgiamo, quindi, a chi ha bisogno di un trasporto più rapido rispetto a quello marittimo ma non desidera sostenere costi elevati. Chi cerca, insomma, una valida alternativa intermedia”.

Estratto dell’articolo pubblicato completo sul numero di Ottobre 2024 de Il Giornale della Logistica


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