Ad accoglierti le gigantografie di Fernando Alonso (alla guida delle “rosse” dal 2010 al 2014), Phil Hill (1958 – 1962) e tanti altri piloti; tutt’attorno schermi giganti che riproducono le fasi salienti di alcuni dei 222 Gran Premi vinti dai piloti del Cavallino, sulle pareti i profili dei circuiti più prestigiosi mentre una folla multicolore proveniente dai cinque continenti si aggira con sacrale rispetto tra la riproduzione di una 312 T4 (Gilles Villeneuve, Gran Premio del Sudafrica, 1979), merchandising d’autore e un simulatore dove puoi provare l’ebbrezza di immaginarti al volante di una rombante monoposto.
Tradizione e innovazione
Ci vuole un attimo per distaccarsi dal rosso “Tempio laico” rappresentato dal Museo Ferrari di Maranello e accedere alla sala dove Guido Ivaldi (direttore Logistics Systems di Jungheinrich Italia) fa gli onori di casa. Per Ivaldi l’Info Day sui sistemi logistici automatici organizzato dalla casa tedesca “è una giornata tra tradizione e innovazione. La tradizione data dai sessant’anni (verranno festeggiati nel 2016 – NdR) della nostra storia e l’innovazione che, grazie a questa tradizione, si traduce in esperienza per proporre sempre nuovi percorsi”.
Nel corso della giornata si è parlato poco di carrelli elevatori e molto di trasloelevatori, magazzini verticali, sistemi di convogliamento e carrelli automatici: “siamo un’azienda famosa per la produzione di carrelli. Ma oggi parliamo d’altro.” Un “altro” che pesa: i sistemi logistici automatici, in Jungheinrich, fatturano circa 400 milioni di euro (dato stimato 2014) ma già nel 2020 i business plan societari prevedono di raggiungere i 900 milioni (su un fatturato totale previsto di quattro miliardi (nel 2012: 2,270)) con un’incidenza sui ricavi globali della società in crescita costante.
Macchine, idee, soluzioni
“Macchine, Idee, Soluzioni recita il nostro claim – dice Ivaldi rivelando insospettabili doti di marketing -. In primo luogo macchine di qualità come da tradizione teutonica. Quindi idee innovative, nate dal confronto con i nostri clienti, così come è avvenuto per le batterie al litio o l’invenzione dei carrelli retrattili. E infine soluzioni chiavi in mano e personalizzate perché ogni cliente è diverso”. Ivaldi insiste sul concetto di customizzazione: “non esistono due magazzini identici” e anche le antiche dicotomie vanno superate: “ tra un magazzino totalmente manuale ed uno totalmente automatico esistono tante possibili varianti intermedie. Il nostro lavoro è identificare il progetto ideale per ogni specifica situazione, con la forza di chi padroneggia ogni possibile soluzione e quindi non ha la necessità di “spingerne” una anziché un’altra ”.
L’articolo completo è stato pubblicato sul numero di gennaio/febbraio 2015 del Giornale
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