Può una situazione critica trasformarsi in un’opportunità di crescita? La risposta della Aldieri Autotrasporti di Cavenago di Brianza (MB) è sì, a patto che si sia disposti a mettersi in gioco e impegnarsi in un processo di cambiamento culturale all’interno della propria azienda, pronti ad a investire nell’ottica del miglioramento continuo.
La storia che vogliamo raccontare è un percorso di crescita, un vero e proprio salto evolutivo nella direzione di una maggior trasparenza ed efficienza a tutti i livelli e funzioni aziendali. Prima, però, di entrare nel merito dei cambiamenti che hanno portato Aldieri ad essere la realtà che è oggi, è necessario fare un passo indietro e tornare al 17 maggio 2022, data che segna un vero e proprio spartiacque nella storia dell’azienda che è attiva nel comparto trasporti e logistica dal 1996.
Un fulmine a ciel sereno
“Era una mattina qualsiasi di lavoro intenso, quando in azienda arriva un provvedimento con cui il Tribunale di Milano nomina un amministratore giudiziario”, ricorda Christian Aldieri, titolare insieme al padre Sergio dell’azienda brianzola. “In due ore è scoppiato il finimondo, abbiamo dovuto gestire una situazione completamente inaspettata, contattare clienti, fornitori, banche. Ma oltre alle mille doverose e indispensabili incombenze legate a una situazione così critica, abbiamo dovuto fare i conti con lo sconquasso emotivo nostro e dei nostri dipendenti”.
Che cos’era successo? Il provvedimento da parte del Tribunale si è reso necessario perché nel passato Aldieri aveva collaborato con un’impresa di autotrasporto la cui titolare era la compagna di un presunto appartenente all’’Ndrangheta, elemento di cui ovviamente la famiglia Aldieri erano completamente all’oscuro.
“Il controllo giudiziario è stato disposto in base all’articolo 34 del codice antimafia”, precisa Jean Paule Castagno, l’avvocato dello studio Orrick che ha difeso l’azienda e l’ha supportata nel corso della vicenda legale. “È importante sottolineare che nel corso dell’intero iter processuale i titolari e i manager di Aldieri non sono mai stati indagati. L’amministrazione giudiziaria, infatti, è stata disposta a causa della possibile permeabilità a ingerenze esterne, così come è previsto venga verificato in questi casi. In altre parole, l’intervento giudiziario è stato esclusivamente finalizzato all’accertamento dei rapporti contrattuali in essere nell’ambito dell’esercizio dell’attività di trasporto e, in particolare, con i fornitori attenzionati dalla procura di Milano”.
Fornitori con cui, secondo quanto riferito dal titolare, la società aveva già da tempo interrotto ogni rapporto.
Il rischio va preventivato
“I primi momenti dall’avvio del provvedimento non sono stati facili, abbiamo istituito un comitato di crisi e messo al corrente i dipendenti di quello che stava accadendo”, riferisce Fabio Strada, consulente dell’azienda. “Fin da subito abbiamo collaborato con l’amministratore giudiziario e, al contempo, abbiamo continuato a svolgere le nostre attività senza interruzioni e con i consueti standard di qualità e affidabilità. Reagendo a questo veneto imprevisto, però, ci siamo immediatamente interrogati anche sulle possibili azioni correttive da mettere in atto affinché situazioni analoghe non si ripetessero mai più: ci siamo resi conto della necessità di un cambiamento culturale circa il tema del controllo del rischio, poiché quest’esperienza aveva dimostrato come le procedure standard di controllo e verifica non fossero sufficienti per eliminare tutte le possibili zone d’ombra”.
Aldieri, infatti sottoponeva a controlli standard il proprio portfolio di clienti e fornitori, ma strumenti e procedure standard sono risultate inefficaci a contrastare un livello di rischio ulteriore rispetto all’attività tradizionale. “Probabilmente”, ammette Strada, “non avevamo la consapevolezza del rischio legale: abbiamo sempre pensato che situazioni come quella che si è verificata avessero una possibilità di accadimento molto remota. L’esperienza in cui siamo rimasti coinvolti ci ha, invece, fatto comprendere come il rischio legale sia pari se non superiore a quello operativo”.
Aldieri non si è però fermata di fronte alla crisi, ma ha reagito costituendo una task force di consulenti ed esperti della materia che ha definito operando in sinergia – ciascun professionista per la propria pare di competenza – un piano d’azione che assicurasse un significativo miglioramento del sistema di procedure e controlli interni ed esterni atti ad assicurare la miglior trasparenza e la totale legalità.
Quali sono stati i driver che hanno guidato questo cambiamento? “La misura è stata senz’altro, come detto in precedenza, un “fulmine a ciel sereno, ma la forza di Aldieri e del team cui l’azienda si è affidata risiede nella capacità di trasformare questo problema in opportunità”, tiene a sottolineare Roberto Marcianesi dello studio M&A Marcianesi & Associati. “Di fatti, abbiamo implementato un sistema di controlli amministrativo/contabili e di rilevazioni che ci permettono di agire in anticipo sulle problematiche economico finanziarie, che si presentano di volta in volta, e un sistema di indici che analizzano i nostri business, consentendoci di orientarci al meglio”.
“Oggi”, spiega Strada per dare concretezza al percorso compiuto, “abbiamo un vero e proprio albo dei fornitori e seguiamo dettagliate procedure di verifica. Ci siamo resi conto che la nuova cultura aziendale introdotta, basata su trasparenza, capacità di analisi e verifica per una piena governance di tutte le relazioni aziendali è oggi un valore irrinunciabile per la nostra società. Se pur provati, possiamo dire di essere usciti più forti da questa esperienza: d’altro canto se ci si mette in gioco non si può fare altro che migliorare”.
Emanuela Stifano
Estratto dell’articolo pubblicato completo sul numero di Gennaio-Febbraio 2023 de Il Giornale della Logistica
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