Più matura esperienza e più ringiovanisce: questa la magia dell’innovazione in Lyreco, azienda nata nel 1926, attiva nella distribuzione di prodotti e soluzioni per l’ambiente di lavoro, che opera direttamente in 25 Paesi fra Europa ed Asia e copre altri 17 mercati in 4 continenti attraverso una rete di partner distributivi.
Un’azienda che ha saputo cambiare profondamente, senza perdere, ma anzi consolidando la sua identità distintiva. Basti pensare che fino a 6-7 anni fa l’offerta era esclusivamente focalizzata sui prodotti per ufficio – con oltre 6.000 referenze a catalogo – e serviva il mercato B2B in modalità tradizionale (offline) con altissimi standard di servizio in termini di time-to-market, precisione e ampiezza di gamma. Oggi il comparto office rappresenta il 50% dell’offerta del Gruppo francese che ha esteso il proprio business proponendo soluzioni a 360° per il mondo del lavoro, superando i 18mila articoli a stock e i 40mila fuori stock per gli ambiti sicurezza, igiene, catering e molto altro.
La strategia della differenziazione
“La differenziazione ha rappresentato una scelta strategica”, spiega Simone Schiavetti, Managing Director Lyreco Italia, “che non solo ci ha permesso di restare a fianco dei nostri clienti in un mercato che cambia molto rapidamente, ma ci ha consentito di affrontare gli sconvolgimenti provocati dalla pandemia con maggiori risorse. Oggi siamo in grado di soddisfare i bisogni di ogni differente ambiente di lavoro”. I numeri non bastano a raccontare l’impegno sostenuto, ma possono rendere l’idea: nel 2019 Lyreco Italia aveva conseguito un fatturato pari a 137 milioni di euro, nel 2020 – con molte attività ferme e gli uffici svuotati dal telelavoro – il fatturato si è assestato a quota 124 milioni di euro. “Solo l’ampiamento del portfolio prodotti avviato negli ultimi anni e accelerato proprio nel 2020 ha potuto scongiurare il crollo. Si tratta di una linea indicata dal Gruppo e che poi ogni Paese ha sviluppato in autonomia. Per esempio, l’Italia è stata la prima a introdurre nel portfolio prodotti i DPI, poi le altre countries ci hanno seguito. Questo conferma un approccio che caratterizza da sempre Lyreco nel suo percorso di crescita”, sottolinea Schiavetti, “ossia che non è la criticità a fare la differenza, ma il tempo di risposta e reazione”. Una risposta che, per Lyreco, è sempre stata: innovazione.
Una logistica che apprende ed evolve
In Italia l’avventura di Lyreco prende il via nel 1996 con un primo deposito a Cambiago (MI) di 2.700 mq presto ampliati a 6.200 mq.
La crescita è rapidissima e la priorità è mantenere alta la qualità del servizio: da qui la decisone nel 2004 di realizzare un polo logistico che consentisse da un lato di mettere a terra l’esperienza acquisita, dall’altro di integrare tecnologie innovative che potessero dare alla logistica di Lyreco una marcia in più. Dall’analisi dei flussi distributivi e delle prospettive di crescita del mercato è stata individuata una location baricentrica in Monticelli D’Ongina (PC), un’area che proprio in quegli anni stava scoprendo la propria vocazione alla logistica che si sarebbe consolidata nel tempo. Negli anni Duemila Lyreco è già un grande gruppo, ma mantiene la visione di azienda familiare che investe direttamente nel proprio sviluppo, crede nel territorio in cu opera e nelle persone: per questo, terreno e immobile sono di proprietà, così come la progettazione e la conduzione della piattaforma vengono gestiti direttamente.
Il Centro di Distribuzione di Monticelli d’Ongina si sviluppa su una superficie complessiva 90.000 mq, dei quali oggi 54.000 mq coperti, con ulteriori possibilità di sviluppo. “Quando siamo partiti nel 2004 abbiamo sviluppato i primi 21.000 mq coperti”, ricorda per noi Roberto Daverio, Supply Chain Director Lyreco Italia, “organizzando il magazzino in aree distinte in base al tipo di operations e di prodotti gestiti. Disponevamo di un’area con scaffalatura tradizionale, un’area intensiva asservita da retrattili, e un sistema automatico di picking e sorting sviluppato da Savoye. In questo modo potevamo gestire al meglio i prodotti voluminosi e non convogliabili, i preconfezionati – autospedibili e tutto il dettaglio”. Nel 2010 la società ha confermato la fiducia nel fornitore di soluzioni per l’intralogistica ampliando il sistema sorter per far fronte all’aumento dei volumi.
Nel 2018 Lyreco si è nuovamente rivolta a Savoye per assicurarsi un magazzino in grado di rispondere al meglio alle trasformazioni del mercato.
Più complessità più innovazione
La crescita di Lyreco in Italia è andata di pari passo con l’aumento di complessità dettato dall’evolvere delle esigenze del mercato. “Ci siamo trovati a far fronte a volumi crescenti, caratterizzati da una crescente frammentazione degli ordini”, spiega Daverio, “e da aumento esponenziale del numero delle referenze. Se nel 2004 gestivamo circa 5.000 codici, dieci anni dopo erano quasi triplicate, raggiungendo quota 14.000. La trasformazione non è stata solo quantitativa, ma qualitativa: l’eterogeneità tra le diverse referenze si è fatta sempre più marcata e con essa la necessità di una gestione ad hoc. Parallelamente sono aumentate le richieste di personalizzazione dei prodotti e del packaging sia singoli articoli sia con la creazione di kit e i flussi si sono fatti sempre più tesi, volendo garantire consegne A x A”.
Il livello di automazione adottato al momento dell’attivazione del CeDi di Monticelli era già orientato al futuro e, grazie alla sua scalabilità ha supportato al meglio la rapidissima crescita perseguita. Giunti a un certo punto, però, per mantenere alto il livello di servizio e introdurre nuove ottimizzazioni si è reso necessario compiere un ulteriore passo avanti.
“Oltre alle esigenze già espresse, ci siamo posti come obiettivo un ulteriore aumento della produttività, in particolare nelle attività di picking, assicurandoci però al contempo una riduzione degli errori nelle diverse fasi di lavorazione e tutelando al meglio le nostre risorse, minimizzando lo stress psico-fisico dei nostri operatori.
Siamo dunque ripartiti dall’analisi dei flussi e dei trend in atto – sia in termini di richieste del mercato sia di variazione delle merci da gestire – per disegnare una soluzione che rispondesse alle nostre necessità, integrandosi al meglio con le tecnologie e i processi già esistenti.
Per prendere respiro, abbiamo introdotto 4 magazzini verticali Modula, integrati con tecnologia pick-to-light per fare prelievi massivi. È stata una scelta che ci ha consentito di introdurre delle ottimizzazioni, ma il ritmo di crescita era troppo elevato per non procedere a ulteriori sviluppi.
Avevamo a quel punto davanti a noi due strade: scegliere una soluzione tradizionale – che avrebbe necessariamente richiesto grandi superfici – o cogliere l’opportunità di compiere un ulteriore salto evolutivo in ottica 4.0. Tra il cemento e la tecnologia abbiamo, di nuovo, dato fiducia alla tecnologia.
Con Savoye, ci siamo concentrati sull’area di maggior criticità: la gestione dei pallet già parzialmente scomposti in attività di picking da rinviare allo stoccaggio per essere nuovamente disponibili al prelievo”.
“La soluzione implementata”, spiega Massimo Cecchinato, Country Manager Savoye Italy, “è il sistema shuttle PTS con working station GTP: un sistema a navetta per lo stoccaggio e prelievo di carichi leggeri in logica goods-to-men. Il sistema è asservito da navette ad alta velocità per spostarsi orizzontalmente su ogni livello e ascensori di ingresso e di uscita che si muovono verticalmente. Il progetto sviluppato a Monticelli ha una capacità di 70.000 locazioni ed è in grado di eseguire cicli ottimali trasportando quattro carichi contemporaneamente”.
Francesca Saporiti
Estratto dell’articolo pubblicato completo sul numero di Settembre 2021 de Il Giornale della Logistica
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