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L’automazione logistica di Scotton in collaborazione con Automha

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L’ingresso sembra quello di un museo di arte contemporanea.

Gli uffici sono frutto del lavoro di un architetto illuminato. Il magazzino è un gioiello tecnologico asservito da trasloelevatori su un’altezza di quattordici metri. L’area di produzione un concentrato di tecnologie finalizzate alla creazione di 35mila referenze di prodotto finito.

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“Contenitori di emozioni”

E poi c’è lui. Lui è Daniele Scotton, fondatore, anima, trascinatore e motivatore dell’omonima azienda di Borso del Grappa (Treviso), una vita professionale dedicata a trasformare le scatole in “contenitori di emozioni”.

Un mix di creatività e rigore. Nell’impresa, avente oggi volumi, fatturato e dimensioni globali, lavorano non solo le tre sorelle di Daniele (Loretta in Amministrazione, Luisella nelle Risorse Umane e Alida nel commerciale, tutte direttamente responsabili anche della controllata Cartai Bassanesi), ma anche il figlio Andrea, 30 anni, che rappresenta la continuità aziendale.

Automazione logistica

Daniele di ogni macchina ricorda il momento e il perché dell’acquisto, le caratteristiche, i volumi prodotti, i particolari che la rendono unica.

Andrea ci guida nel magazzino adiacente, verso le baie bidirezionali di accesso dove i pallet vengono automaticamente centrati e verificati nelle loro caratteristiche peso-volumetriche e quindi affidati ai trasloelevatori che li indirizzano all’interno del deposito selezionando, in base ad algoritmi di ottimizzazione, la migliore collocazione disponibile.

Al di là delle dimensioni

Entriamo nel magazzino automatico. Ci colpiscono la varietà delle merceologie pallettizzate: bobine di carta di diverse dimensioni; fogli impilati di carte e cartoni; prodotti finiti: “tutto è gestito in automatico grazie al software gestionale (Automha AWM) che identifica le disponibilità e garantisce flussi tesi, celerità, assenza di errori.

“Tutta la storia e l’evoluzione dell’impresa – spiega Daniele – sono sempre stati frutto di una reazione alle esigenze dei clienti. La nostra è stata una crescita legata al dogma di non dire mai di no”.

Il processo di crescita

Anche il magazzino ha vissuto lo stesso processo di crescita fatto di investimenti sempre più importanti: “il primo deposito era un piccolo capannone”. Memorie dagli anni Settanta.

È alla fine degli anni Ottanta che nasce il primo, vero magazzino con altezza di nove metri e l’inserimento di carrelli con filo guida “ma fino al 2008 – dice Andrea – l’intervento umano era secondo le tecniche di “uomo alla merce”.

Fu il deciso incremento dei volumi a farci immaginare un contesto diverso secondo le logiche di “merce all’uomo” e il ricorso all’automazione”.

Da artigianato a industria

È un mix di artigianato e industria che segna e accompagna tutte le fasi e funzioni, logistica inclusa. “Per realizzare il nuovo magazzino era indispensabile trovare il fornitore giusto, un partner che, come noi, fosse disponibile a mettersi in gioco per creare qualcosa di nuovo”.

L’incontro con Automha è decisivo non solo per le competenze dell’impresa di Azzano San Paolo “ma soprattutto perché ci trovammo a dialogare con un’altra impresa famigliare (il Presidente, Franco Togni, i figli Roberta e Gianni) che condivideva il nostro medesimo approccio: il cliente al centro” – dice Daniele Scotton.
15 diversi tipi di pallet

“Per quanto concerne il magazzino – dice Marco Zanettin, Direttore Commerciale Automha – il problema principale era legato al fatto che occorreva gestire 15 diversi tipi di pallet, tutto il nostro team ci mette la faccia massimizzando la flessibilità dell’impianto, quasi un ossimoro parlando di magazzini automatici”.

Il progetto funziona e oggi si spalanca davanti ai nostri occhi con due trasloelevatori Automha con forche telescopiche a passo variabile e doppia motorizzazione con portata di 2mila chilogrammi).

“Abbiamo creato un deposito dove l’automazione è personalizzata e flessibile e dove è possibile gestire l’estrema varietà di palette in entrata/uscita” – commenta Andrea Scotton. “Solo per le bobine le differenze sono notevoli in funzione delle grammature della carta”.

 

Estratto dell’articolo pubblicato sul numero di luglio / agosto 2019 de il Giornale della Logistica


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